Aggiornato al: 02/05/23

Gli edifici europei hanno bisogno di essere più efficienti? Sì. È facile farlo? No. Ne varrebbe la pena? Senz’altro.

Pompe di calore, pannelli solari sui tetti e miglioramenti dell’isolamento termico le 3 azioni che potrebbero migliorare l’efficienza energetica del parco edilizio europeo.

La società di consulenza internazionale McKinsey, in una sua recente analisi, ha messo in evidenza come il parco edilizio sia una grossa piaga per l’Europa e per il raggiungimento degli obiettivi in termini di energia e clima entro il 2030. Questo ha portato ogni famiglia media europea ad affrontare costi energetici quasi due volte superiori rispetto all’anno precedente, con una previsione di prezzi al rialzo per il prossimo futuro.

Migliorare l’efficienza energetica degli edifici, passare a tecnologie di riscaldamento più efficienti e aumentare la quantità di elettricità prodotta attraverso mezzi a basse emissioni di carbonio può, invece, contribuire a ridurre significativamente il consumo netto di energia e, conseguentemente, il costo energetico degli edifici. L’analisi di McKinsey mostra che, entro il 2030, ciò comporterebbe un risparmio dal 30 al 40% sui costi energetici di una famiglia.

L’analisi individua tre soluzioni che potrebbero migliorare sostanzialmente l’efficienza energetica degli edifici: isolamento termico, pompe di calore e impianti fotovoltaici sui tetti. 3 azioni con un impatto sufficiente per favorire un’accelerazione verso la transizione energetica.

La situazione di partenza, però, non è ottimale: il parco edilizio europeo è grande e vecchio, con oltre il 50% degli edifici che hanno più di 40 anni. Gli autori dello studio osservano quanto i tassi attuali di installazione delle tecnologie più efficienti siano molto distanti dalla crescita richiesta dai target europei indicati nei piani Fit for 55 e REPowerEU.

Rispetto alle pompe di calore, per raggiungere gli obiettivi europei, sarebbe necessario installare 36 milioni di impianti tra il 2023 e il 2030, con l’obiettivo di arrivare ai 54 milioni di apparecchi installati. Ad oggi se ne contano suppergiù 17,5 milioni, con 2,5 milioni circa di nuove unità installate nel 2022, quando la media annuale – per rispettare gli obiettivi – dovrebbe essere di 4,5 milioni.

Il piano previsionale sul fotovoltaico sarebbe di realizzare 242 GW di impianti su tetto negli 8 anni che vanno da qui al 2030. Questo comporta un aumento a circa 30 nuovi GW in media all’anno, imponendo quindi un incremento anche rispetto al record di 22 GW raggiunto nel 2022.

L’ostacolo più difficile sarà probabilmente il miglioramento dell’isolamento termico: si stima che le ristrutturazioni importanti debbano riguardare fino al 3% degli edifici all’anno prima del 2030, affinché il settore edile possa contribuire all’obiettivo dell’UE. 15 volte in più rispetto all’attuale media dello 0,2%.

È evidente quanto il percorso verso l’efficientamento del settore edilizio europeo sia complesso, ma la sua revisione offrirebbe importanti opportunità per ridurre i costi energetici delle famiglie, creare posti di lavoro e aumentare l’efficacia e l’efficienza dei sistemi energetici dell’UE. L’accelerazione di questa transizione implicherebbe vantaggi significativi in termini di risparmio e dal punto di vista ambientale, oltre alle conseguenti ripercussioni positive sul mercato del lavoro, che beneficerebbe di oltre due milioni di nuovi posti.